III Cammino diocesano delle Confraternite Diocesi Frosinone-Veroli-Ferentino

Vallecorsa, 14 ottobre 2012

A Vallecorsa con il Vescovo il terzo cammino delle Confraternite

Domenica 14 ottobre il Vescovo, Mons. Ambrogio Spreafico, ha concluso a Vallecorsa il terzo cammino delle Confraternite, iniziando con loro l’Anno della Fede. E’ stato perciò un bellissimo incontro di fede popolare svoltosi con il giusto raccoglimento e con la consueta numerosa partecipazione, a dimostrazione del fatto che c’è un bisogno diffuso di spiritualità, per far fiore quel “deserto spirituale”, come lo ha chiamato il santo Padre all’inizio dell’Anno della Fede.
Il Vescovo ha attirato l’attenzione dei presenti ospitati per l’occasione nella suntuosa P.zza Plebiscito, commentando dapprima la parabola del Buon Samaritano (Lc 10,29-37) e poi nell’omelia il Vangelo della Domenica (Mc 10, 17-30) che verteva sulla domanda di vita eterna e sull’ostacolo della ricchezza per ottenerla. Nella catechesi sulla parabola del Buon Samaritano il presule ha tracciato l’identikit del cristiano. “Nella Chiesa non vi sono padroni, ma servi”. Con questa espressione il Vescovo ha, dapprima, illustrato una chiesa vicina ai poveri e ha chiesto alle confraternite di rinnovare l’impegno che aveva loro affidato lo scorso anno: visitare gli anziani a casa o in istituto ed aiutarli a partecipare alla Messa della domenica. La differenza tra levita, sacerdote e samarit [confraternite-2] ano, l’unico che si è fermato accanto a quell’uomo picchiato e abbandonato, fu “la compassione”, la capacità di condividere la sofferenza e il bisogno del prossimo. La compassione fa infatti la differenza cristiana davanti al bisogno dei poveri. Essa nasce da una fede rinnovata, nutrita dalla preghiera e dalla meditazione della parola di dio. Per questo il Vescovo ha chiesto a tutte le confraternite di iniziare un percorso di riflessione e conoscenza della Bibbia. Il tema degli anziani è un argomento ricorrente del Vescovo che sa tratteggiare con calore appassionato il bisogno di chi vive nella solitudine e nell’abbandono. Nell’omelia il Vescovo commentando la domanda dell’uomo ricco del Vangelo si è innanzitutto soffermato sulla domanda dell’uomo ricco: “Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Domanda di ognuno di noi. Domanda di vita piena, oltre la morte, ma anche domanda per la vita in questo mondo. La risposta di Gesù chiede innanzitutto l’osservanza dei comandamenti, ma anche qualcosa di più, perché la vita cristiana è più dei soli comandamenti. A quali ricchezze rinunciare in questo tempo di crisi? Certo, bisogna vivere i maniera più sobria, meno materialista, meno attaccata al denaro, meno esibita. Quanta ostentazione della ricchezza anche tra noi! Ma quali sono le altre ricchezze a cui rinunciare per seguire Gesù? Forse sono le abitudini, il carattere, la ricerca del proprio interesse, l’egoismo, i pregiudizi, l’amore sviscerato per se stessi. “Vendi quello che hai e dallo ai poveri” è un invito a prendere le distanze da se stessi e a vivere la gratuità dell’amore a partire proprio dai poveri. In una società, che ci abitua a pretendere e ad avere quello che vogliamo (ad esempio i figli spesso pretendono di avere tutto per non essere da meno dei loro coetanei), si cresce tristi, perché l’egoista è triste, perché vive l’angosciosa idea che gli manchi sempre qualcosa per essere felice. Nell’amore gratuito possiamo costruire con Gesù un pezzo di vita eterna e di paradiso già oggi. Gesù non inganna, anche quando chiede delle rinunce. Il mondo illude e inganna, perché ci propone una felicità che non avremo mai. L’amore di Cristo, invece, è esigente perché “ci dice le cose come stanno, non ci imbroglia”. Una difesa appassionate delle ragioni dei giovani e una illustrazione accalorata delle potenzialità delle famiglie, nelle quali, il Vescovo, ha concluso, ripone una fondata speranza di collaborare insieme per edificare la società dell’amore, perché “senza amore si muore”. Una grande partecipazione anche emotiva all’evento di cui va dato atto agli organizzatori. Innanzitutto a P. Ildebrando che è l’anima delle confraternite che ha saputo saggiamente condurre alla mensa del Signore. Una annotazione va fatta per don Pawel, parroco di Vallecorsa, per la preparazione della bella celebrazione, con i canti ricercati per l’occasione e per l’inappuntabile servizio liturgico. Grazie anche a tutte le confraternite, innanzitutto a quelle di Vallecorsa che hanno saputo mostrarsi in tutta la loro affascinante antichità. Un caloroso ringraziamento va a tutte le confraternite intervenute che con le loro variopinte divise hanno colorito una piazza attonita per il tempo incerto e ridato gioia ad una cittadinanza in trepida attesa. Il prossimo appuntamento si svolgerà a Monte San Giovanni Campano. Le cui confraternite guidate dal parroco Don Antonio Covito hanno ricevuto dalle mani del Vescovo il bastone pastorale che rappresenta il segno con il quale le Confraternite hanno accolto l’invito del Vescovo a costruire una relazione stabile con il Vangelo e a visitare gli anziani. Al termine della celebrazione il responsabile regionale delle Confraternite, Sig. Restaino, ha portato il saluto di tutto il movimento delle confraternite di cui ha sottolineato il valore, avendo espressioni di elogio per le confraternite della Diocesi di Frosinone e ha manifestato stima per il modo in cui il Vescovo le convoca e le guida. La giornata è terminata con un agápe fraterna.

Fonte e foto: https://www.diocesifrosinone.it/notizie/ultime-notizie/a-vallecorsa-con-...

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