La Confraternita del SS. Sacramento di Grammichele ha sempre avuto sede nella chiesa dello Spirito Santo (da qui uno dei suoi soprannomi) prima esistente in Occhiolà (la cittadina preesistente a Grammichele, rasa al suolo dal terremoto dell'undici gennaio 1693) e poi, successivamente alla sua distruzione, nella rinata Grammichele.
Nell'antico borgo di Occhiolà la chiesa dello Spirito Santo era ubicata sul colle detto di San Nicola - ovvero su quella che potremmo definire l'acropoli dell'abitato - in posizione attigua al castello, tant'è che la torre del maniero, oltre a fungere da orologio di città, fungeva pure da campanile di quella chiesa(1). Da queste informazioni è possibile evincere come la suddetta chiesa e, probabilmente anche la sua Confraternita, siano certamente più antiche rispetto ad altre chiese ed istituzioni esistenti in Occhiolà.
Probabilmente la Confraternita del SS. Sacramento esisteva già in Occhiolà agli inizi del XVI secolo(2). La più antica notizia ufficiale certa relativa all’esistenza della Confraternita, si rinviene però nella relazione della visita pastorale del 12 luglio 1566, compiuta dall'allora Vescovo di Siracusa, Mons. Giovanni Orosco de Arzés; “... Deinde visitavit ecclesiam Confra.tis Sancti Spiritus in qua ministri et rettores sunt infrascripti don Antonino lo Rizo et Petrus de Tigli (?). ...”, che significa: “... Poi visitò la chiesa della Confraternita dello Spirito Santo in cui sono ministri e rettori gli infrascritti don Antonino lo Rizo (Antonino Rizzo) e Pietro de Tigli (Pietro Ticli). ...(3)”
Altra antica notizia sulla Confraternita si reperisce in un mandato di pagamento, datato 18 giugno 1626, con il quale i Giurati della terra d’Occhiolà, pagavano onze due a Don Antonino Pitrella - Rettore della chiesa dello Spirito Santo e Procuratore della Confraternita - quale "elemosina" per l’acquisto di olio e cera utili alle celebrazione delle SS. Quarantore(4). Altra notizia certa, relativa al medesimo anno, è l'installazione nella chiesa dello Spirito Santo in Occhiolà di una campana riportante l’iscrizione latina “Deus homo factus est. Christus rex venit in pace. Hoc opus Spiritus Sancti Confraternitas suis expensis fieri fecit. Gubernatore Antonino de Carobene ac procuratoribus Sac. Antonino Pitrella, Jacobo de Charistia, Francisco de Stefano et Mario de Sinatro. Opus Dominici et Antonini Sancti Philippi MDCXXVI”, che tradotto significa: “Dio si è fatto uomo. Cristo Re è venuto in pace. Ha fatto realizzare quest’opera a proprie spese la Confraternita dello Spirito Santo. Governatore Antonino Carobene e procuratori Sac. Antonino Pitrella, Giacomo Caristia, Francesco Distefano e Mario Sinatra. Opera di Domenico e Antonino Sanfilippo 1626”(5).
Risale invece al giorno 20 giugno 1628, l'assegnazione dei colori (tutt'oggi identificativi delle due Confraternite ancora esistenti in Grammichele, questa stessa e quella delle Anime Purganti) alle tre Confraternite occhiolesi: quella del SS. Sacramento, quella di Santa Caterina e quella delle Anime Purganti. Infatti, dopo che ebbe esaminato i memoriali presentati dai Rev. Rettori delle tre Confraternite, il principe Federico Colonna, Signore di Occhiolà - con un’ordinanza scritta in Militello - assegnava alle Confraternite presenti in quel suo feudo i colori che ciascuna di queste poteva e doveva utilizzare: “habbiamo deliberato [...] che li loro Confrati tanto nelle processioni, quanto fuori, [non] portino altri colori che l’infrascritti per Noi determinati […] e assegnati ad ognuna di dette Confraternità: la Confraternità dello Spirito Santo il colore rosso incarnato […] e rosino (da qui l'altro suo soprannome). La Confraternità di Santa Caterina il colore giallo, giallo dorato, giallo arancino. La Confraternità di Santo Leonardo (quella delle Anime Purganti) il colore verde, verde chiaro, verde scuro […]”. L’ordinanza prevedeva inoltre per i trasgressori severe penalità, fra cui una multa di duecento onze, dovuta al procuratore fiscale del Principe, comminata al Governatore della Confraternita o al singolo Confrate contravventore(6).
A distanza di 54 anni, il giorno 15 giugno 1682, Mons. Francesco Fortezza, Vescovo di Siracusa, essendo in visita ad Occhiolà, riconosceva e confermava gli Statuti della Confraternita(7).
Le notizie relative agli ultimi istanti della comunità occhiolese sono indissolubilmente legate anche all'opera della Confraternita. Sabato 10 gennaio 1693 infatti, le tre Confraternite presenti in Occhiolà imbandirono una serie di processioni espiatorie per il terremoto che aveva colpito quella terra il giorno precedente. Il giorno seguente, domenica 11 gennaio 1693, dopo che un’altra scossa era già stata avvertita dalla popolazione, i cittadini occhiolesi si divisero in tre gruppi guidati ciascuno dalla propria Confraternita di appartenenza, e si radunarono così nelle rispettive chiese: lo Spirito Santo per la Confraternita del Santissimo Sacramento, Santa Veneranda per la Confraternita di Santa Caterina e San Leonardo per la Confraternita delle Anime Purganti. Dentro queste tre chiese, trovarono purtroppo la morte la maggioranza degli occhiolesi, con la scossa distruttiva avvenuta alle ore 14 di domenica 11 gennaio 1693(8).
La Confraternita del SS. Sacramento, fu presente anche nella costruzione della nuova cittadina, fondata immediatamente dopo il sisma che distrusse Occhiolà. Negli anni successivi al 1693, i Confrati si prodigarono infatti, per lo più a proprie spese, nella costruzione della chiesa dello Spirito Santo nella nascente Grammichele(9). La costruzione della nuova chiesa fu finanziata principalmente a spese degli stessi Confrati poiché, a seguito dell’evento sismico che distrusse Occhiolà, la Confraternita perse tutti i propri introiti derivanti dalle rendite sulle case possedute in quella terra, le quali andarono distrutte nello stesso terremoto(10).
Le prime relazioni di cui si ha notizia tra la Confraternita e il suo Vescovo avvenute in Grammichele, riportano data 5 novembre 1755. In questa giornata infatti, l’allora Vescovo di Siracusa Mons. Giuseppe Antonio de Requisenz, visitò ed approvò lo stato della Confraternita(11).
La Confraternita del SS. Sacramento ha avuto anche una disputa plurisecolare con alcuni notabili grammichelesi. Già dai primi anni successivi alla fondazione di Grammichele, sorgono contrasti tra i cosiddetti “Civici” (o “Signori Civili”) e la Confraternita, relativamente al diritto di portare in processione il simulacro del SS. Cristo alla Colonna. La disputa, pur trovando la sua definitiva soluzione solamente il giorno 15 marzo 2008, si è protratta sicuramente per oltre due secoli. Infatti, tra i primi documenti ufficiali dove si accenna alla questione, vi è una lettera - datata 9 marzo 1799 - inviata dal Vescovo di Siracusa del tempo, Mons. Giovanni Battista Alagona, al Rettore della chiesa dello Spirito Santo, nella quale il Presule si rammarica per la “realtà poco edificante esistente in seguito ai contrasti fra coloro i quali portano in processione il Cristo legato alla Colonna, e la Confraternita dello Spirito Santo”. Altro documento ufficiale che affronta l’annosa questione, è la lettera inviata in data 11 marzo 1905 dal Vescovo di Caltagirone, Mons. Damaso Pio De Bono, al Presidente del comitato del SS. Cristo alla Colonna, Cav. Salvatore Zhara Buda. Uno degli ultimi documenti ufficiali prodotti prima della definitiva soluzione data alla questione dal Tribunale della Rota Romana (il quale ha risolto la lite ammettendo il trasporto congiunto del simulacro), è il decreto dell’allora Vescovo di Caltagirone Mons. Vittorio Mondello - datato 25 gennaio 1988 - per mezzo del quale si ammette ufficialmente la Confraternita al trasporto del suddetto simulacro(12).
Un altro atto pubblico con il quale - questa volta l'autorità statale - riconosce la Confraternita del SS. Sacramento, è il R. D. n. 7981 del giorno 23 giugno 1842, emanato da S. M. Ferdinando II di Borbone, Re del Regno delle Due Sicilie. Per mezzo di tale decreto vengono approvate “le regole della Confraternita del Sacramento in Grammichele nella provincia di Catania"(13). Non abbiamo certezza di ciò, ma forse la diversa intitolazione della Confraternita è stata modificata nell’attuale “Confraternita del SS. Sacramento” con quel medesimo decreto.
Negli anni immediatamente successivi all’unificazione nazionale, l’anticlericalismo sabaudo del tempo si manifestò anche nelle scelte politiche e amministrative delle autorità dell’epoca; a tal proposito, nel 1875 il Sindaco di Grammichele invia al Prefetto di Catania una lettera-documento nella quale vengono accusate le Confraternite di turbare l’ordine pubblico con discorsi ambigui contro gli avversari politici detentori del potere, aventi il fine di fomentare una politica “anticomunale” e “antinazionalista”, volti a provocare le reazioni dei contadini che già non vedevano di buon occhio gli amministratori locali. In tale documento si elencano le Confraternite all’epoca operanti nel territorio comunale e tra queste si legge della “Confraternita detta SS. Sagramento nella Chiesa Spirito Santo”(14). Anche attraverso questi racconti particolari (e forse un po’ provocatori) di eterni conflitti tra chi detiene il potere pubblico e chi invece deve solo obbedirvi, passa pure la storia delle Confraternite.
Negli anni trenta del secolo successivo poi, Mons. Giovanni Bargiggia, Vescovo di Caltagirone, approva un nuovo Statuto della Confraternita in data 10 luglio 1933(15). Un anno e mezzo dopo, nel 1935, S. M. Vittorio Emanuele III Re d’Italia, riconosce con R. D. n. 252 del giorno 21 gennaio, il fine di culto della Confraternita, dichiarandola “Ente Ecclesiastico di Culto”(16).
A distanza di un secolo dall'approvazione dello stato della Confraternita da parte dell'autorità statale (vedasi sopra "R. D. n 7981 del 23 giugno 1842"), il giorno 9 agosto 1942, la chiesa dello Spirito Santo (da sempre sede della Confratenita) veniva elevata da rettoria a parrocchia e, sei giorni dopo, il 15 agosto - solennità dell'assunzione in cielo della B. V. Maria - si dava solenne lettura in chiesa del R. D. n. 7981 del 23 giugno 1842, così come descritto nel verbale dell'Assemblea dei Confrati del giorno successivo(17).
Oggi la Confraternita del SS. Sacramento continua ad essere viva, presente ed operante nel tessuto sociale della comunità grammichelese. Per renderla al passo con i tempi - ormai estremamente diversi da quelli della sua nascita - il giorno 27 settembre 2019, S. E. Mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone, ha approvato il nuovo Statuto della Confraternita, entrato poi in vigore il giorno 4 novembre 2019.
Pur con le dovute innovazioni, a distanza di oltre quattro secoli dalla sua fondazione, la Confraternita del SS. Sacramento continua a testimoniare tradizioni e usanze del passato che gli eventi del tempo hanno cercato di cancellare; a Grammichele sono le due Confraternite a testimoniare ancor oggi, l’indissolubile legame con l’antica realtà di Occhiolà.
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(1) Anonimo, Veridica relatione della quondam Terra d’Occhiolà, vestigij di sua antichità, sua destruttione col terremoto dell’anno 1693, trasmigratione del Popolo in Gran-Michele, et lo stato in che hora si ritrova - Data in Gran Michele a' 20 settembre 1699, riportata da Giuseppe Rota al cap. "Brevi considerazioni su due cronache del terremoto del 1693 a Occhiolà", in La Sicilia dei terremoti - Lunga durata e dinamiche sociali, a cura di Giuseppe Giarrizzo, pagg. 247 - 248.
(2) Salvatore Scacciante, Matrice San Michele Arcangelo e prime chiese di Grammichele - Storia arte tradizioni, pag. 190.
(3) Giuseppe Palermo, La Terra di Occhiolà, pagg. 250 e 252.
(4) Archivio Storico Comunale di Grammichele - Delibere dalla Corte Juratoria di Occhiolà - Mandati di pagamento, 18 giugno 1626.
(5) Salvatore Scacciante, op. cit., pag. 191. Evento riportato anche in: Salvatore Scacciante, La Chiesa viva di Grammichele - nei duecento anni della Diocesi di Caltagirone - Vescovi, Presbiteri, Religiosi e laici in azione, pag. 122.
(6) Angelo Amato, Occhiolà - Indagine tra memorie storiche e tradizione, pag. 29. Evento riportato anche in Salvatore Scacciante, 1a op. cit., pag. 146 e 2a op. cit., pag. 122. Il medesimo riferimento si rinviene pure in Luigi Gismondo, Il Crocifisso di Frate Umile - nella Chiesa di San Leonardo in Grammichele, pag. 37.
(7) Archivio Storico Diocesano di Caltagirone - corrispondenza tra la Confraternita e la Diocesi di Caltagirone - Lettera del 18 dicembre 1930, indirizzata dall’allora Governatore Sig. Giuseppe Murgana alla Curia Vescovile di Caltagirone.
(8) Angelo Amato, op. cit., pagg. 45 - 47.
(9) Salvatore Scacciante, 1a op. cit., pagg. 21 e 190. Dato richiamato anche in Salvatore Scacciante, 2a op. cit., pag. 122.
(10) Anonimo, op. cit., pag. 252.
(11) Archivio Storico Diocesano di Caltagirone - corrispondenza tra la Confraternita e la Diocesi di Caltagirone - doc. cit.
(12) Saverio Amato, Il Cristo alla Colonna di Grammichele, pagg. 32 - 33 (copie dei documenti alle pagg. 90 - 92). Fatti riportati anche in Salvatore Scacciante, 1a op. cit., pagg. 188 - 189 e in Salvatore Scacciante, 2a op. cit., pagg. 158 - 159.
(13) Antonio Cucuzza, rivista “Trinakìe - Studi di storia e arte - vol. 1”, edita da Silvio Di Pasquale.
(14) AA. VV., Elementi per una storia del popolo di Grammichele e di Sicilia, pagg. 129 - 133.
(15) Data che si rinviene nell’incipit dello Statuto dell’epoca.
(16) Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n. 76 di lunedì 1 aprile 1935, 1285.
(17) Archivio Storico della Confraternita, Verbale dell’Assemblea dei Confrati del giorno 16 agosto 1942.