I festeggiamenti in onore della Madonna di Valverde sono concentrati durante il mese di Agosto con apice la processione dell’ultima Domenica preceduta di una settimana dalla solenne esposizione del simulacro sull’altare maggiore, mentre la prima domenica di settembre viene riposto all’interno della cappella votiva.
Come a voler annunciare l’inizio delle solennità è la tradizionale “cugliuta”, la questua con la ricerca di offerte in onore alla Madonna.
“A cugliuta”
Sin dall’inizio del mese di Agosto fervono i preparativi che diventano appariscenti all’orquando, in ossequio ad un’antica tradizione si compie “la questua”, la ricerca delle offerte votive necessarie per rendere le cerimonie più fastose ed i festeggiamenti più solenni.
Un tempo la curavano i procuratori, dei fedeli che, particolarmente devoti alla Vergine di Valverde, ne avevano a cuore il decoroso mantenimento del culto; oggi il loro compito, non del tutto scomparso, lo hanno assunto, con immutato fervore, i membri del collegio di Valverde, ricostituito nel 1935 per far rivivere un’omonima confraternita fondata alla fine del ‘700.
Le modalità di svolgimento della questua, nonostante lo scorrere del tempo e le mutate condizioni di vita, sono rimaste fedeli alla tradizione che prevede l’impiego di muli (un tempo usati per il trasporto del grano che in passato costituiva l’offerta più comune ma anche una forma di ringraziamento per il buon andamento del raccolto da poco conclusosi).
I Confrati accompagnati da muli bardati con finimenti caratteristici e dalla ciaramedda (cornamusa) attraversano per alcuni giorni vicoli, stradine e piazze della città, accompagnati dalle note suonate dai tanto rari suonatori delle zampogne al fine di sollecitare le offerte.
L’apertura
La domenica precedente il giorno di festa il simulacro ligneo della Vergine Maria viene svelato ed esposto sull’altare maggiore della chiesa.
La Nicchia, ristrutturata negli anni ’90 dall’artigiano ennese Mastrandrea, dove il simulacro della Vergine è conservato, si compone dal grande sportello centinato e decorato dal pittore ennese Lodato nel 1949; raffigura l’artistica immagine della Madonna e ne riproduce con gran fedeltà le fattezze.
La statua lignea policroma fu scolpita nel 1646 dall’ennese Giovanni Gallina che realizzò il simulacro nell’atto di tenere in braccio con gesto amorevole il bambino.
La statua della Madonna è anche ornata di gioielli luccicanti donati, di una corona d’argento e coperta da un prezioso mantello confezionato nel 1854 dalle devote del quartiere Fundrò, che su un lucente tessuto di seta, eseguirono accurati ricami raffiguranti sei litanie del Rosario: Vas Spirituale, Rosa Mystica, Turris Davidica, Domus Aurea, Foederis Arca, Salus Infirmorum. La realizzazione del manto fu conseguenza di uno spaventoso incendio che distrusse la chiesa il 1854, dato ancora oggi ricamata in oro sul manto.
La cerimonia d’apertura ufficializza l’inizio dei festeggiamenti più intensi in onore della Vergine Santissima.
La vigilia
La mattina del sabato precedente la festa, ancora oggi, come da tradizione, alle ore 9,30 ha luogo la santa messa delle “Verginelle” invitate da alcune famiglie che hanno ricevuto grazie particolari dalla Madonna.
Le “Verginelle” hanno una tradizione storica che si collega con la nascita del Cristianesimo ad Enna. Le fanciulle rievocano l’episodio vissuto dalle antenate scampate ad un crudele sacrificio grazie a San Pancrazio che ne impedì il sacrificio alla dea Cerere.
Le ragazzine invitate il giorno della festa digiunano fino a mezzogiorno e poi consumano un frugale pranzo preparato tra le mura domestiche dalle famiglie che le ospitano.
In passato vi era un’altra figura, quella del “Nudiddu” (fanciulli d’animo puro), vestiti di bianco con dei nastri multicolori allacciati alla vita; l’ultimo «Nudiddu» che si ricorda è stato nel 1967.
A concludere la vigilia della festa sono invece i Vespri Solenni.
La festa
Di buon mattino, nell’ultima domenica di Agosto, sull’ampio piano di Enna una fragorosa esplosione di assordanti mascuna improvvisamente lacera l’aria azzurrina del cielo, il gioioso crepitio segnala che è iniziato un giorno di festa dedicato alla “Madonna di Valverde”.
La relazione della datazione della festa è legata al culto di Cerere i cui festeggiamenti trovavano il loro culmine alla fine di Agosto, poichè, in tale periodo, aveva termine il ciclo agrario.
Durante l’intera mattinata, sin dalle prime luci del giorno, il Santuario è continua meta di fedeli che partecipano alle celebrazioni eucaristiche concluse con la messa dei confrati.
In passato, dopo le messe del mattino si celebrava il Pontificale terminato il quale il fercolo con la Madonna veniva portato a spalle dai Confrati in abito civile fino alla Chiesa Madre. Nel pomeriggio aveva luogo la processione vera e propria; i confrati questa volta dovevano indossare l’abito tradizionale consistente nel camice bianco, cintola verde, fazzoletto verde a tracollo e a piedi nudi.
Oggi il fercolo dorato (realizzato da Gregorio Mazzarino, eseguito nel 1957 su progetto di Francesco Paolo Notaro e ristrutturato nel 1997, si compone di una struttura in legno rivestita da foglie d’oro 18kt ), non viene più portato nella Chiesa Madre al mezzogiorno. La processione infatti ha inizio nel pomeriggio dal Santuario ed è diretta al Duomo per la celebrazione della Messa; a conclusione della celebrazione la processione parte per raggiungere piazza S. Tommaso (piazza Neglia) tra le grida di giubilo che di tanto in tanto i confrati a piedi scalzi fanno echeggiare.
Ad accompagnare il fercolo della Madonna nel suo percorso processionale il simulacro dello Spirito Santo, con la cui confraternita è stato stretto una sorta di gemellaggio, i fercoli di San Michele Arcangelo e San Giuseppe e le insegne delle confraternite, mentre la seguono le autorità locali, i Procuratori, la banda cittadina ed i fedeli.
La processione partendo dal Duomo attraversa via Roma, piazza S. Francesco, piazza Balata (oggi piazza Matteotti) fino a giungere in Piazza San Tommaso e da qui fa ritorno al Santuario di Valverde.
A conclusione dell’intensa giornata l’appuntamento con giochi pirotecnici e musiche.
Sette giorni dopo, invece, l’ultimo atto dei festeggiamenti quando al termine della celebrazione eucaristica i confrati ripongono – dopo una breve processione all’interno della chiesa – il simulacro della Madonna all’interno della Cappella votiva segnando così la fine delle solennità.