Festa della SS. Trinità
La festa della SS.Trinità si svolge la domenica in cui cade secondo il calendario liturgico annuale, vale a dire nel periodo di fine maggio inizio di giugno. Tuttavia spesso è rimandata alla prima domenica di agosto, in modo che gli emigrati forzesi e sopratutto molti confrati residenti all'estero possano partecipare alla festa.
Già il sabato, alle ore 12, il suono di campane a festa e spari pirotecnici aprono i festeggiamenti ed alle ore 19 i santi vespri celebrati nell’antica chiesa della Triade segnano l’inizio vero e proprio delle celebrazioni religiose. In questa occasione avviene la "vestizione" dei nuovi confrati o "fratelli" e l’eventuale benedizione del nuovo stendardo della confraternita della SS. Trinità.
Il momento culminante della festa è l'incontro fra le confraternite della SS. Trinità e quella di Maria Assunta di Gallodoro, paesino collinare limitrofo gemellato da secoli con Forza d'Agrò.
Sin dalle prime luci dell’alba fervono i preparativi. I "fratelli" della SS. Trinità di Forza d’Agrò si radunano nella chiesa omonima e indossano le loro lunghe tuniche bianche ricoperte da un manto rosso avvolgendo sulla testa un copricapo bianco che lasciano scivolare sulle spalle. Analogamente avviene la vestizione dei "fratelli" della Madonna Assunta di Gallodoro, che si distingue da quella forzese per il colore della mantella che è azzurra.
La gente forzese con in testa l’antica confraternita e l’alto stendardo rosso di stoffa ricamata che la contraddistingue (un tempo era il gonfalone a precedere la confraternita) si parte dalla chiesa della Triade recandosi in corteo verso la periferia Sud del paese ad accogliere i "fratelli" della vicina Gallodoro che, a loro volta, si muovono dal proprio paese col caratteristico stendardo bianco, simbolo della Confraternita della Madonna Assunta, loro protettrice. Un tempo venivano a piedi; oggi, invece, giungono in auto o in pullman fino ad un certo punto e poi procedono a piedi fino al luogo dell’incontro .
L’incontro tra le due comunità avviene in aperta campagna, sotto le "brulle e romantiche rocce" splendenti sotto il cielo chiaro e con la scenografica vista della baia taorminese dal mare sempre azzurro. Sono le ore 10 circa. I due cortei si avvicinano lentamente, facendo svettare le rispettive insegne simbolo di pace e di fratellanza, mentre ogni passo é accompagnato da colpi a cannone via via sempre più intensi. Gli stendardi sapientemente manovrati dai rispettivi stendardieri , con movimenti agili e svolazzanti, sotto lo sguardo attento ed ansioso dei presenti, riescono alfine ad accostarsi. Il bacio tra gli stendardi è salutato con musiche e fuochi d'artifico. La buona riuscita dell'incontro, simbolo di buon auspicio per il futuro, è accolta con sollievo da tutta la popolazione che si lascia andare a manifestazioni di affetto e di amicizia nei confronti degli ospiti e di se stessa, mentre una estrema commozione pervade i presenti. E’ tutto un risuonare di voci e di applausi, un rimbombare di spari contro le alte e brulle rocche che sovrastano il luogo dell’incontro.
Dopo un momento di preghiera e il saluto di benvenuto agli ospiti le due confraternite si scambiano le rispettive insegne e tornano insieme verso la chiesa della SS. Trinità dove si svolge la S.Messa solenne.All'inizio della celebrazione la statua della SS.Trinità viene "tirata" fuori dalla sua cappella, fra il suono di campane,musiche,spari e al grido invocante dei confrati e dei fedeli:" E chiamamula a cu n'aiuta!!! Viva la Santissima Trinità!!!
Alla fine della celebrazione eucaristica si svolge la "processione degli stendardi o processione di cudduri" lungo il corso principale del paese. Quando il corteo, al suo ritorno, giunge in prossimità della Chiesa Madre, in segno di amicizia e di ospitalità vengono distribuite a tutti i presenti delle piccole ciambelle di pane,cotte in forno durante la settimana, tradizionalmente dette "cuddure".
I confrati gallodoresi, così sinceramente e lietamente accolti, sull’esempio della "Visita dei tre Angeli ad Abramo", sono ospitati e festeggiati fino a notte dai confrati forzesi. Al calare della sera, dopo la celebrazione della Messa, la "vara" della SS. Trinità è portata in processione. Particolarmente suggestiva è l’uscita della SS. Trinità dalla chiesa. Dopo la sosta sul piazzale antistante l’antico Arco Durazzesco, accompagnata da spari di moschetteria e giochi pirotecnici di grande effetto visivo. Al grido di: "E chiamamula cu tuttu u cori!!!Viva la Santissima Trinità!!!" la statua della Triade, preceduta dalle due Confraternite, dalla banda musicale e da una gran moltitudine di fedeli, percorre le vie antiche e pittoresche del paese, per l'occasione ben abbellite ed illuminate.L’anno seguente (quello pari), la popolazione forzese ricambierà la visita ai Gallodoresi in occasione della festa della Madonna Assunta (15 agosto).
Le "Cuddure"
Come Abramo offre il pane ai suoi visitatori, così i Forzesi donano a tutti gli ospiti le cuddure, cioè piccole ciambelle. La preparazione di esse impegna, a turno, dal lunedì al giovedì precedente la festa, un po' tutta la popolazione forzese, anche molti giovani, e centinaia di chili di farina vengono impiegati nella lavorazione. La farina viene dapprima impastata con le mani e i pugni nella apposita maidda (vasca di tavola, ora sostituita da una macchina elettrica), quindi, é fatta a pezzetti ed a ciascuno di questi si dà una forma di treccia su cui, mediante appositi stampini, si imprimono alcuni particolari simboli tra i quali quello della SS. Trinità. Le ciambelle così fatte, dopo la necessaria lievitazione su lunghe e strette tavole ove vengono disposte e ricoperte, vengono quindi infornate in un centenario forno, attiguo alla chiesa della Triade, precedentemente riscaldato con fascine di legna e ripulito. Dal forno, ogni circa 13 minuti, le calde e croccanti cuddure sono estratte ed ogni sfornata é sottolineata da uno sparo pirotecnico. Ogni cuddura pesa circa 100 grammi ed ha un diametro esterno di circa 12 centimetri. Le ciambelle prodotte, sfornate una per una, trasportate mediante una cesta di canna, vengono accatastate su un ballatoio di legno, posto all’ingresso del locale, raggiungibile mediante una ripida scala. Qui rimangono nell'attesa di essere distribuite il giorno della festa.La distribuzione gratuita delle cuddure avviene anche il giorno di "Pasquetta" durante la "Festa dell'Alloro".
La Festa "dell’Alloro" (u ddauru)
La tradizione vuole che il lunedì di Pasqua in Forza d’Agrò abbia un significato unico nella storia dell’Archimandritato: la Processione dei Sacri Oli dalla Piazza Sant’Antonio alla chiesa della SS. Trinità, con grande partecipazione dei fedeli e delle organizzazioni ecclesiastiche. L’alloro, segno del Cristo trionfatore, accompagna i Sacri Oli.Un tempo il "Sacro Olio" veniva portato in processione dal Tempio dei S.S. Pietro e Paolo d’Agrò alla piccola chiesa di San Michele Arcangelo, posta nell’originario "Casale". Da quando il paese ha assunto l’attuale posizione e su questa é via via cresciuto, anche la processione del Sacro Olio ha cambiato il suo tragitto ma non il suo significato.In epoca più recente si partiva una persona da Forza d’Agrò e raggiungeva a piedi il Tempio dei S.S. Pietro e Paolo. Qui egli prelevava l’olio Santo, quindi tornava in paese ove veniva accolto dalla moltitudine dei fedeli che, in processione, portava l’olio fino alla "Matrice".
Dice Stefano Bottari nel libro "Forza d’Agrò":
"Alla processione prende parte tutto il popolo, che, in segno di giubilo, si adorna di nastri e fazzoletti di seta antichi, a tinte varie e vivaci. Quest’indumenti, per consuetudine secolare, non sono adoperati che per quella sola festa: dalle famiglie vengono riguardati come oggetti sacri e si tramandano per eredità."
Oggi questa tradizione non esiste più, ma è stata sostituita da un’altra usanza ugualmente bella e caratteristica.
I Forzesi, per lo più i giovani, si riuniscono in gruppi, ciascuno dei quali realizza degli stendardi d’alloro con foglie disposte su un telaio di canna o di legno, in onore della SS. Trinità. Dopo la premiazione delle "opere" migliori, tutti gli stendardi d’alloro, la confraternita e tutta la moltitudine dei Forzesi e dei turisti, provvisti del tradizionale ramoscello di foglie d’alloro, accompagnati dalla banda musicale, partono dalla chiesa della Triade percorrendo in corteo la lunga Via SS. Annunziata. Giunti nella piccola Piazza Sant’Antonio, proprio alla fine del paese (come a voler ricreare un legame con la chiesa di San Michele al Casale o addirittura col Tempio dei monaci basiliani), da parte dell’Arciprete forzese avviene la benedizione dell’alloro, che ognuno tiene bene in alto, e del Sacro Olio. Anche in questa occasione, giorno di "Lunedì dell’Angelo", i confrati, in segno di ospitalità, distribuiscono le "cuddure" a tutti i fedeli presenti, sia paesani sia forestieri, come Abramo nel deserto fece con i tre angeli che vennero a fargli visita.E’ consuetudine appendere tali ciambelle alle pareti delle proprie abitazioni, con lo scopo di allontanare i pericoli derivanti dai terribili temporali.