LA CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA’Architettura - E’ di un sobrio barocco, al sommo di una maestosa gradinata. Il portale con archivolto semicircolare, le porte laterali con lesene triangolari, le finestre civettuole con nicchie a chiocciola ricche ed eleganti, la cimasa centrale a triangolo ( sono i richiami architettonici alla SS.ma Trinità), le quattro anfore di pietra ripropongono un quadro d’insieme simpatico ed armonioso. La facciata presenta quattro grandi paraste dell’ordine gigante: le due centrali poggiano su alti zoccoli e sorreggono un timpano triangolare. Sopra la trabeazione sono posti quattro candelabri (o anfore) di pietra. Tra le due paraste centrali che hanno un capitello di ordine dorico con echìno (parte inferiore del capitello dorico) è il portale principale con archivio semicircolare che richiama la forma e la dimensione della finestra centrale.Storia (in breve) – La Chiesa risale al 1500, quando fu istituita la congrega laicale della Confraternita della SS.ma Trinità. Da tutti gli storici, per la testimonianza delle iscrizioni “ ex reliquiis vetusti templi” ( dai resti dell’antico tempio) “ a fundamentis a. 1716 diritum” ( distrutto dalle fondamenta il 1716), la Chiesa viene fatta risalire appunto al 1500, insieme alla congrega laicale.Altro – Il campanile non è allineato con la facciata, anzi è collocato presso l’oratorio, è ben distinto dalla costruzione centrale con cui comunica per mezzo di un corridoio. Tenendo conto della muratura di grossi blocchi di pietra lavorata e diversa da quella della Chiesa, potremmo concludere che si tratta del campanile cinquecentesco rimaneggiato e ristrutturato nella parte centrale e superiore (1648). Nell’oratorio c’è l’altare in legno (fine cinquecento) con due colonne scanalate e due tortili con foglie di vite e uva nella parte inferiore e capitelli fantasiosi d’intarsio. Stupenda è la pala (del 1557) su sfondo d’oro e l’eterno Padre con il Figlio deposto dalla Croce, sulle ginocchia, in atto di dolcissimo amore. Questa pala su legno è opera di Daniele di Volterra (1509 – 1566). I puttini, presentano e sorreggono gli strumenti della Passione. Infine, l’immagine, con la presenza dello Spirito Santo in forma di colomba, è una rappresentazione pittorica ispirata all’arte gotica del mistero trinitario.
Liberamente tratto dal libro: "Popoli e i popolesi"di Ugo Di Donato.