La Confraternita dell’Immacolata Concezione ha la sua sede nell’oratorio annesso alla chiesa di San Benedetto, una chiesa ed una parrocchia di notevole interesse, per cui si ritiene doveroso riportare qualche notizia.
Sotto una data incerta e comunque prima dell’anno 1000 i Benedettini di Salerno, avendo ricevuto in dono dal Conte di Conza alcuni terreni nel Comune di Montella e Bagnoli, là dove ora sorge la chiesa di San Benedetto edificarono un piccolo Monastero con annesse stalle, aia, mandrie ecc. (i resti di tale Badia sono venuti alla luce nel restauro della chiesa dopo il sisma del 1980).
Nel 1222 era ancora in piedi e dicesi che ivi arrivato Francesco di Assisi, né vedendo buon viso in quei monaci, se ne andò di soppiatto a pernottare nel Bosco di Folloni. Quando sia cessato di esistere s’ignora.
Questi piccoli conventi, composti di pochi frati, dissolute viventes, venivano soppressi per richiamare i frati presso le grandi comunità.
Nel 1707 nello stesso luogo sorgevano due chiese, una col titolo di Badia e l’altra col titolo di Parrocchia; quest’ultima era affidata al sacerdote D. Tommaso Gargano che vi celebrava messa solo nei giorni festivi, come era in uso nelle parrocchie, difatti, la chiesa Madre era la sede dei sacramenti.
Sorvolando sulla annosa questione che la Congrega del SS. Sacramento, nell’anno 1688, per incrementare il numero dei confrati, avrebbe dato la propria veste di colore cenerino ad un gruppo di confrati dando vita alla Congrega della Presentazione, attenendoci a dati più certi, risulta che presso la cennata chiesa nell’anno 1706 si riunirono 26 persone e cioè Dello Buono Giovacchino, Dello Buono Salvatore, Volpe Donato, Gambone Natale, Dello Buono Giuseppe, Cossa Filippo, Caputo Bartolomeo, Pascale Nicolò, Dragonetti Carmine, Sorrentino Francesco, Vuotto Bartolomeo, Meloro Sebastiano, Pascale Domenico, Schiavo Angelo, Chieffo Alessandro, Dello Buono Felice, Fierro Nicolò, Varallo Agostino, Gambone Alessandro, Bosco Angelo, De Marco Biagi, Serino Lorenzo, Scandone Michele, Iuliano Nicolò, De Marco Angelo, Bosco Gioacchino che decisero di istituire un corpo morale, sotto il nome di Congrega della Presentazione, dandosi un regolamento diviso in 11 capitoli e 35 articoli. Il primo direttore della Confraternita fu lo stesso parroco Gargano.
Il 6 dicembre 1743, la pia associazione, con il titolo di Congrega della Immacolata Concezione, ebbe il riconoscimento con Bolla pontificia di Benedetto XIV che le riconobbe molte indulgenze, consentì che fosse frequentata da uomini e donne e l’associò all’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione di Roma.
Tutte le antiche chiese di Montella in origine erano anguste e mal costruite. Verso la fine del 1700 furono quasi tutte ricostruite. I fedeli della parrocchia dei casali di San Mauro, Piazzavano, porzione della Piazza e Serrabocca, in tale epoca, a proprie spese, ridusse le due chiese ad una sola e dopo il 1779, dalla parte sud-est della chiesa sorse l’Oratorio della Concezione ornando l’ingresso con uno dei portali della chiesa del decaduto Monastero del Goleto. Anche gli stalli del coro, nel detto Oratorio, provengono dal Goleto.
Dopo la costituzione del 1706, sopra riportata, altri cittadini aderirono alla pia associazione che per i primi nove anni si resse da sola. Il 6 gennaio del 1715, i confrati, mediante cartelle scritte e gli analfabeti dando in parola il proprio voto al padre spirituale don Donato Ciociola, elessero il loro superiore, che a tempo si chiamava Prefetto, e la prima banca che si insediò il 2 febbraio 1715. Il primo Prefetto (Priore) fu Leonardo Vuotto, il 1° assistente Salvatore Volpe, il 2° assistente Giovacchino Dello Buono.
Nell’anno 1741, prefetto Volpe Alessandro, furono avviati i lavori per la costruzione del campanile, con un impegno della congrega di ducati 20.
Giovanni Bosco nel 1748 comprò, con i fondi della congrega, la statua grande dell’Immacolata, che costò ducati 30, pari a lire 125,50. Per la corona furono spesi carlini 12 e grana 6, pari a lire 5,35; per la cornice dorata carlini 15, pari a lire 6,35; per il trasporto carlini 44 e grana 6, pari a lire 18,90. Fu organizzata una grande festa che costò ducati 23 e grana 13, pari a lire 100.
Nel 1768, il prefetto Francesco Sorrentino, con il concorso dei 65 confrati componenti, diede una nuova regola alla congregazione, facendola autenticare dal notaio Leonardo Vuotto. Detta regola, in data 13 maggio 1769, fu inviata al re Ferdinando IV che il 27 giugno dello stesso anno diede l’assenso regio, depositandone copia nel Grande Archivio di S. Chiara in Napoli. Da tale data il superiore non si chiamò più prefetto ma priore.
Il 9 aprile del 1771, la congrega, con strumento redatto dal notaio don Nicola Barone, stabilì i vari patti che vi sono tra parroco e congrega, cioè di funzionare, esposizioni, novene, seppellimenti, ma senza arrecare disturbi alla messa parrocchiale.
Da tale atto si rileva che la congrega voleva ampliare l’Oratorio e per tale scopo ebbe dall’Arcivescovo di Salerno, don serafino Barone, un contributo di 35 ducati per tre anni.
Nel 1789 furono rifatte le vesti dei confrati con una notevole spese tanto che si fece richiesta di un contributo al re Ferdinando IV. Il debito contratto per le vesti fu estinto solo nell’anno 1792.
Nel 1791 fu rifatto, a spese della congrega, lo stucco della parrocchia e per un lascito di 20 ducati da parte di donna Caterina Terribile, le monache di Avellino fecero il pannetto davanti alla statua dell’Immacolata, lavorato in seta ed oro.
La custodia di argento per l’altare maggiore e le opere in marmo per il completamento dello stesso risalgono all’anno 1794. In Napoli, il priore Carmine Scandone, nel 1801 spese ducati 5,26 per l’acquisto della pisside che esiste in parrocchia. E’ del 1804 l’acquisto di una statuetta dell’Immacolata che si conserva nell’Oratorio. Nello stesso anno, il priore del tempo Alessandro Caputo commissionò, in Napoli, lo stendardo, che costò alla congrega ducati 75,50, rifatto, poi, nel 1832.
Negli anni dal 1826 al 1831 furono adottati dall’Assemblea provvedimenti disciplinari e così apprendiamo che il numero dei confrati presenti, ad una delle riunioni, fu di 64 unità.
Nel 1840 furono eseguiti lavori di ristrutturazione alla chiesa e al soffitto dell’Oratorio fu dipinto il quadro dell’Immacolata per mano di Raffaele Marinaro.
Nel 1843, con una spesa complessiva di 363 ducati fu completato il campanile e il giorno 5 giugno l’assemblea fece deliberazione che chiunque perdeva la chiave (dove veniva conservata la propria veste) doveva pagare carlini due alla Congrega.
Nel 1849 furono rifatti i mozzetti delle vesti con una spesa di ducati 151,60.
E’ bene precisare che tutte le spese effettuate dalla Congrega venivano finanziate dagli stessi confrati che periodicamente versavano un contributo al tesoriere. A tali contributi si aggiungevano eventuali lasciti che, però, comportavano l’impegno di far celebrare delle sante messe in suffragio.
Nel 1852 con strumento del notaio Giuseppe Natellis , Gennaro De marco donò alla confraternita un comprensorio di cas e giardino in San Mauro, un vigneto con seminatorio a Braiola e castagneto alle Mezzane. Altra donazione si ebbe nel 1855 da parte di Rachela Scandone di una piccola bottega alla Piazza, e un giardino, espropriata nell’anno 1888 per consentire l’ampliamento della strada.
Nel 1860, per iniziativa delle congreghe di Santa Lucia, San Pietro e Santissimo Rosario, che prendevano il diritto di precedenza nelle processioni, ebbe inizio uno strepitoso giudizio, ma di ciò diremo in apposito paragrafo.
Nel 1861 fu commissionata e messa in opera la campana per una spesa di £ 512,20, di cui 173,85 per elemosine tra i fedeli e 338,65 quale contributo della congrega.
Il 10 dicembre 1865 per ordine Reale venne chiusa la chiesa per alloggiarvi i bersaglieri, le statue furono trasferite nella Collegiata e la congrega in Santa Maria della Libera.
Nel 1883 il Comune concesse gratuitamente il suolo per edificare la cappella cimiteriale.
Nel 1902 fu realizzata, in legno di castagno, il soffitto dell’Oratorio e fusa la campana piccola, opera di Gennaro Ripantelli e Tarantino di Sant’Angelo dei Lombardi, che si ruppe il 18 marzo dello stesso anno! Statuto e regolamento della Confraternita sono stati approvati dall’Ordinario Diocesano in data 27 gennaio 1993.