Ritorniamo con la mente ad una calda serata degli inizi di Maggio del 1513: Sessa, si trova, come tutto il Regno, sotto la dominazione degli Spagnoli e dal 1507 viene assegnata a Gonzalo Fernandez de Cordoba, artefice della conquista del Regno di Napoli sotto Ferdinando il Cattolico, la Chiesa è invece guidata da Mons. Francesco II Guastaferro, trentasettesimo Vescovo della Diocesi.
Un gruppo di robusti uomini e dalla robusta fede nel buon Dio – gli indumenti ancora recanti il segno della dura giornata che va a morire, la faccia già arsa dal primo caldo sole di una primavera ormai inoltrata – si riunisce al di fuori del borgo superiore della nostra Sessa, sulla Via detta dei Ferrari, più precisamente presso “alle mura della Città, nella Chiesa che licevasi di S. Leonardo“ perché sente il bisogno di conoscersi, sente di poter mettere a disposizione un pò di tempo per aiutare gli ultimi, i più deboli, i più diseredati.
Il nostro manipolo di laici – accogliendo e facendo proprio quanto accadeva nel resto dell’Italia centro meridionale – decide, dunque, di erigere una Congrega avente lo scopo di occuparsi principalmente di opere di carità e di assistenza ai più bisognosi: nasce così il 12 Maggio 1513 la Congrega di San Biagio.
Considerando il ceto medio-basso dei componenti, tutti agricoltori, la Congrega non poteva certamente permettersi il lusso di una chiesa o di una cappella propria, per tale motivo, venne loro concessa in uso la chiesetta di San Biagio. Come tutte le altre congreghe anche la nostra si dovette munire di un abito sacro, una divisa che potesse, in un certo modo, contraddistinguerla. Si scelse per la mozzetta il colore vinaccio-bordeaux, un colore “estraneo“ a quelli liturgici. Amiamo pensare, con tanta fantasia, considerando che la stragrande maggioranza dei sodali proveniva dal mondo contadino, che il bordeaux volesse richiamare proprio il caratteristico colore della premitura delle uve.
Dopo varie vicende, tra cui la vendita della chiesetta di S.Biagio, arriviamo nel 1966 quando Mons. Costantini, Vescovo della Diocesi, tramite decreto, sospende dall’attività tutte le Confraternite.
Prima per fondazione tra le sei sopravvissute a Sessa, l’Arciconfraternita di San Biagio fu l’ultima ad essere rifondata.
Dopo un lungo cammino – percorso assieme al cappellano don Mario Sullo – domenica 4 febbraio 1990, nella Chiesa dell’Annunziata, consegnata agli antichi splendori da un sapiente restauro, 17 confratelli ricevono dalle mani dell’allora Vescovo di Sessa Aurunca, Mons. Raffaele Nogaro, l’abito sacro, dopo aver invocato – in mano la candela accesa al cero pasquale, segno della fede professata – lo Spirito Santo e dopo aver riaffermato il proposito di essere sodali caratterizzati dalla intensa vita spirituale, da un forte impegno di apostolato, da una seria coerenza di azioni.
Oggi la Confraternita rimane un punto fermo nell’economia della vita parrocchiale e della città, i componenti hanno voglia di testimoniare con la loro vita che Cristo è risorto, hanno voglia di testimoniare – gratuitamente – l’amore verso i più deboli, verso gli emarginati, i dimenticati… rendendo, in tal modo, visibile il Comandamento dell’Amore: “Amatevi, fratelli, come Io ho amato voi”.